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Immagine del redattoreBeatrice Piermartini

Fame di riconoscimenti

Aggiornamento: 10 apr

Ognuno di noi ha bisogno di essere visto e riconosciuto dagli altri. La “fame” di essere toccati e riconosciuti può essere appagata con le “carezze”. Con questo termine, in analisi transazionale, si intende “qualsiasi atto che implichi il riconoscimento della presenza dell’altro”.

Il bambino piccolo si sviluppa e cresce non solo attraverso il soddisfacimento di bisogno fisiologici, ma anche e in misura fondamentale attraverso il contatto fisico che i genitori stabiliscono con lui. Prendere in braccio, massaggiare, rivolgersi al bambino con un tone di voce calmo e rassicurante, sono da intendere come “carezze” positive che permettono un sano sviluppo fisico-mentale.

Da adulti, la fame di carezze è sostituita da una fame di riconoscimenti, vale a dire da risposte da parte degli altri in grado di confermarci che esistiamo come persone. Svolgono questa funzione semplicemente un sorriso, un saluto, un cenno, le parole che ci vengono rivolte, fino ad un contatto profondo e intimo. La mancanza di una quantità sufficiente di carezze ha sempre ricadute negative sulle persone, tale che, in mancanza d’altro, ci si accontenta di “carezze negative”.Questo spiega il motivo per cui molti degli scambi che avvengono fra gli individui non sono soddisfacenti e fonte di benessere, ma terminano spesso con una sensazione negativa: rabbia, paura, tristezza. Si tratta delle “briciole” di cui ci si accontenta pur di soddisfare il bisogno di essere visti e riconosciuti come persone: ricevere attenzione negativa è meglio che non riceverne affatto!



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